Descrizione
“Invettive musicali” รจ l’irriverente campionario di ยซgiudizi prevenuti, ingiusti, maleducati e singolarmente poco profeticiยป che critici autorevoli ma non sempre cosรฌ illuminati hanno espresso nei confronti di grandi compositori, da Beethoven fino a Copland. Nessuno di loro รจ sfuggito al ยซrifiuto dell’insolitoยป, o peggio, a quella cronica durezza d’orecchio che tanto spesso impedisce di riconoscere il bello in ciรฒ che รจ radicalmente nuovo. Scopriamo per esempio, scorrendo le citazioni ritagliate dalle forbici erudite e affilate di Slonimsky, che la musica di Berlioz รจ simile ยซai farfugliamenti di un grande babbuinoยป, Un americano a Parigi ยซuno sproloquio … volgare, prolisso e inutileยป, mentre i Cinque pezzi per orchestra di Webern sono da considerare ยซsignificativi e sintomatici quanto un mal di dentiยป. A Brahms hanno dato dell’ยซepicureo sentimentaleยป,a Wagner dell’ยซeunuco dementeยป, ad Alban Berg del ยซmillantatore… pericoloso per la collettivitร ยป; Verdi รจ stato etichettato come un ยซsignore italianoยป autore di ยซtiritere per ottoni e piatti tintinnantiยป, Liszt come ยซuno snob uscito dal manicomioยป, Reger come ยซuno scarafaggio miope, gonfio… accovacciato su una panca d’organoยป. La condanna delle dissonanze รจ pressochรฉ universale – a partire, nientemeno, da Chopin -, e ogni novitร รจ immancabilmente bollata come cacofonica: quella di Bruckner รจ ยซpolifonia impazzitaยป, La mer di Debussy diventa perfidamente ยซLe mal de merยป, e Rachmaninov viene liquidato con un perentorio ยซmai piรน!ยป. L’irresistibile antologia di Slonimsky si legge, dunque, come un’ilare antistoria della musica, ยซarte in progressยป per eccellenza, sempre proiettata oltre sรฉ stessa, e oltre le regole e le comode certezze dei ‘benascoltanti’.




