Descrizione
Per secoli, il giardino è stato considerato uno specchio della società, un microcosmo, in cui le relazioni più ampie tra natura e cultura si svolgono su piccola scala. Da questa lunga tradizione culturale nasce anche l’invito a una nuova consapevolezza del nostro rapporto con la Terra.
On the Necessity of Gardening racconta la storia del giardino come ricca fonte di ispirazione. Nel corso dei secoli, artisti, scrittori, poeti e pensatori hanno descritto, raffigurato e progettato il giardino in modi diversi. Nell’arte medievale, il giardino era un riflesso del paradiso, un luogo di armonia e fertilità, al riparo dai problemi del mondo.
Tuttavia, il giardino non è solo un luogo neutro e destinato esclusivamente al passatempo personale, ma è un luogo dove si manifesta il mondo e dove si esprime il rapporto tra cultura e natura. Nel XVIII secolo questa immagine si è spostata: il giardino è diventato un simbolo del potere e della politica mondiale. L’Antropocene, l’era in cui l’uomo domina completamente la natura con conseguenze disastrose, ci costringe a ripensare radicalmente il ruolo che abbiamo dato alla natura negli ultimi decenni.
Tra i creatori contemporanei c’è un rinnovato interesse per il tema del giardino. Non è un desiderio romantico a spingerli, ma piuttosto una richiesta di una nuova consapevolezza del nostro rapporto con la terra, collegando diversi campi di attività nel paesaggio, nell’arte e nella cultura. Attraverso numerosi saggi e un ampio abecedario, On the Necessity of Gardening riflette sul giardino come metafora della società, attraverso concetti come botanomania e capitalocene, dal guerrilla gardening all’ecologia queer e al giardino zen.
Libro in inglese.