Descrizione
La signora Edvard Munch, la signora Pollock, la moglie di Mao e la signora Elvis Presley… tutte donne riunite da un unico destino: essere vittime di uomini incapaci di comportarsi in modo normale e ragionevole con la propria partner. Chi erano davvero queste donne e come l’aver scelto un amore romantico ha rovinato la loro intera esistenza? In «I’m every woman» (che richiama la canzone di Whitney Houston e la sua sfortunata relazione con Bobby Brown), Liv Strömquist lancia le sue frecce avvelenate contro l’ordine patriarcale, senza dimenticare di dare di passaggio, sempre con l’umorismo graffiante e la leggerezza che la contraddistinguono, risposte a domande del tipo: Chi erano i peggiori fidanzati della storia? Perché Ingmar Bergman si è divertito a ingravidare tutte le donne svedesi che avevano ambizioni artistiche? Perché l’Arcangelo Gabriele definiva puttane tutte le donne? E perché gli uomini che difendono i valori della famiglia nucleare (come un certo Papa) non vivono mai in famiglie nucleari? Basato su riferimenti dalla sitcom «Friends» nella biografia di Stalin, Liv Strömquist prosegue con intelligenza e raffinatezza la sua critica intransigente ai valori maschili che dominano la società contemporanea.